Cancro della prostata ed esame del profilo di rischio cardiovascolare: un nuovo approccio diagnostico e teraputico.
I risultati della letteratura scientifica degli ultimi 10 anni e la nostra esperienza clinica ci hanno portato ad evidenziare come alterazioni della sfera metabolica, in particolare del metabolismo glucidico , lipidico ed osseo, cosi come fattori di rischio cardiovascolare quali ipertensione arteriosa sistemica, diabete mellito di tipo 2, obesità, dislipidemia, da soli o in associazione, giochino un ruolo fondamentale nella patologia tumorale.
Più del 30% dei pazienti con tumore prostatico muoiono per patologia cardiovascolare; partendo da tale dato epidemiologico, abbiamo per primi analizzato in pazienti alla diagnosi iniziale di tumore prostatico, in assenza dell’influenza della terapia ormonale, il legame tra cancro della prostata e patologia vascolare ,carotidea e coronarica, dimostrandone una significativa associazione. In particolare abbiamo evidenziato come il 23% dei pazienti con tumore prostatico
localizzato, in assenza di terapia ormonale, presentavano vasculopatia carotidea ed il 17% avevano una storia di arteriopatia coronarica sintomatica. In accordo con i nostri risultati è stato dimostrato da Zoller e al. come il rischio di malattia coronarica incrementi nei primi 6 mesi dalla diagnosi di tumore e nel caso specifico del cancro della prostata tale incremento permanga elevato per oltre 10 anni. Inoltre in un ampio studio prospettico è stata documentata la presenza di fattori di rischio cardiovascolare e patologia vascolare nel 27% dei pazienti con cancro prostatico, prima che venisse iniziata la terapia ormonale. In particolare il 19% e l’8% dei pazienti presentavano rispettivamente malattia ischemica cardiaca e patologia cerebrovascolare. Similmente nello studio REDUCES la presenza di coronaropatia era associata con un incremento del 35% del rischio di cancro della prostata. Analogamente in uno studio autoptico di Stamatiou et al. è stato evidenziato come pazienti con cancro prostatico presentavano un maggior rischio di malattia avanzata coronarica rispetto a pazienti senza tumore prostatico.
La patologia aterosclerotica cardiovascolare e il cancro della prostata possono condividere comuni meccanismi eziopatogenetici. Poiche l’infiammazione è un fattore che accomuna sia l’aterosclerosi sia l’attivazione dell’emostasi che la patologia tumorale è possibile ipotizzare una possibile relazione tra infiammazione, attivazione emostatica, danno vascolare e cancro della prostata. Un incremento dello stress ossidativo e un permanente stato infiammatorio possono predisporre ad un fenotipo tumorale più aggressivo e metastatico. Le alterazioni metaboliche possono infatti creare un ambiente favorevole per la progressione tumorale e causare uno stato infiammatorio che predispone alla malattia vascolare e al cancro della prostata. Tali osservazioni ci inducono a suggerire, fin dalla diagnosi iniziale di tumore della prostata, anche in assenza di terapia ormonale, l’esame del profilo di rischio cardiovascolare, in particolare fattori di rischio quali obesità, ipertensione arteriosa e dislipidemia, al fine di ridurre il rischio cardiovascolare e la progressione tumorale.
*Simona Di Francesco, ricercatrice scientifica e medica.