Ancore, il viaggio di Ezra dalla Nigeria verso una vita migliore nel nuovo fumetto di Kall edizioni
I morti in mare, il viaggio dall’Africa al Mediterraneo, la voglia di riscatto e di un futuro con delle prospettive.
Ezra, protagonista del graphic novel Ancore, edito da Kall edizioni, scritto da Irene Caltabiano e disegnato da Viola Vittorini, vive la sua personale odissea ma si erge a simbolo di un popolo, di un problema sociale di cui troppo spesso, in questi anni abbiamo sentito tragicamente parlare.
La storia dietro ad Ancore affonda le sue radici già nel lontano 2017, prima come racconto della raccolta “Granelli di rabbia” di Irene Caltabiano ed edito da The Freak editore, e poi come proposal presentato al Lucca Project Contest 2019, di cui è stato finalista nello stesso anno.
La sceneggiatrice, attraverso lo studio di vari report ufficiali sull’argomento e facendo tesoro dell’esperienza diretta della sorella Anna, che lavora come presso la Cooperativa sociale Arca di Noè di Bologna, ha voluto riportare nella maniera più fedele possibile l’esperienza del viaggio migratorio, mossa dall’esigenza di denunciare le crudeltà che si celano dietro a questi percorsi.
Spesso, infatti, si guarda superficialmente all’integrazione di queste persone nella società come punto di partenza, senza considerare il loro lungo e, spesso terribile, pregresso.
Quella di Ezra è la storia di un viaggio, di una rotta battuta da tanti, di una speranza che fatica a farsi strada tra il deserto, la Libia e il mare. Un mare che viene eretto a personaggio, una natura che Ezra interroga e su cui si interroga spesso durante il suo percorso, come parte integrante di un equilibrio universale che vacilla di fronte a determinati eventi.
La narrazione, che ci fa da monito, a metà tra la finzione e il graphic journalism, ci catapulta sulla rotta che giornalmente centinaia di persone intraprendono per fuggire dalla guerra, dalla povertà, dalle calamità naturali.
Assicurare una vita migliore alla propria famiglia è l’unico desiderio del protagonista, il cui destino rimane a lungo appeso a un filo, fino a trovare la sua ancora di salvezza.
Un’ancora proveniente da un mondo diverso, ma unita dal filo sottile di un’umanità che lotta per un mondo più giusto.
La tenerezza e la durezza convivono nell’opera, che ci restituisce, grazie all’efficace tratto di Viola Vittorini e ai dialoghi della Caltabiano, uno spaccato di realtà̀ che cerca di rimettere la centralità sull’uomo, lontano dagli slogan, dal sensazionalismo e dai freddi numeri.
Per Ezra ritrovare fiducia nell’essere umano, dopo aver subito torture e vessazioni di ogni tipo, non è cosa semplice.
Ma forse, nel buio assoluto, qualcuno sarà̀ ancora in grado di accorgersi di lui. Ci sono diverse “ancore” che agiscono silenziose in questa società̀, pronte a sentire il calore e incontrare lo sguardo di un loro simile.
Grazie al loro talento artistico e alla loro sensibilità, Irene Caltabiano e Viola Vittorini ci restituiscono uno spaccato di realtà difficile ma in cui, in fondo, non tutto è perduto.
*Roberto Sciarrone, direttore responsabile di Verbum Press