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A Natale la tavola del cenone non sarà ‘sintetica’. Ma… quanto spreco

A Natale sulla tavola degli italiani ci saranno le portate classiche, senza le temute incursioni sintetiche. Il tema ancor prima di arrivare in Parlamento è all’attenzione di coltivatori e allevatori italiani da un bel po’. “Tra il 2010 e il 2020 Gates e i suoi co-investitori hanno investito oltre 1,6 miliardi di dollari in varie start-up che producono fertilizzanti sintetici. Le proprietà agricole di Gates negli Stati Uniti sono passate da pochi ettari nel 2011 ad almeno 270,000 acri nel 2022. Distribuite su 18 Stati le superfici agricole superano, per estensione, l’area della città di New York” e “le risorse destinate da Gates alla sua agenda alimentare a agricola globale hanno raggiunto gli 11,7 miliardi di dollari”. E’ la denuncia che solleva Coldiretti dall’analisi del libro Controligarchs di Seamus Bruner presentato al XXI Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, a Roma. 

Il Governo italiano sulla materia si è espresso con nettezza: dopo l’approvazione del Senato, anche la Camera ha dato il via libera alle legge che vieta la produzione e la commercializzazione in Italia di carne coltivata e altro cibo sintetico. Un no secco che ha lasciato scontenti i tifosi del ‘nuovo’ cibo che porterebbe a risolvere, così sostengono, problemi di denutrizione nelle aree del pianeta che ne sono colpite e a non avere più impatto sull’ecosistema. Ma cosa succede se l’Ue dice SI al cibo sintetico? Non è chiaro. 

Già a Natale scorso Coldiretti aveva lanciato un campagna, proprio durante il periodo natalizio, per dire NO al cibo sintetico. Quale momento migliore per i milioni di italiani che passano giornate intere, anche troppo,  tra antipasti e pluriportate, con dolci, dolciumi e bollicine. “Oltre 1/3 della spesa di italiani e stranieri in vacanza in Italia- conferma sempre Coldiretti- è destinato alla tavola: pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per cibo di strada o specialità enogastronomiche in mercati, feste e sagre di Paese”. Il tema è emerso  in occasione del Forum internazionale del turismo di Baveno sul Lago Maggiore a commento delle dichiarazioni della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni che in quella sede ha parlato di “tantissima fame di Italia all’estero”. Forse in eccesso rispetto ai reali bisogni. Secondo il sondaggio condotto da ‘Too Good To Go’ infatti, che ha indagato sulle abitudini degli italiani a tavola proprio in occasione delle Feste, l’86% degli intervistati dichiara di sprecare cibo durante le festività, con il 37% di questi che getta via oltre un quarto del cibo acquistato. Spreconi sono soprattutto i giovani nella fascia 18-24 anni che sprecano il 25% della quantità di cibo acquistata. La categoria di cibo più sprecata? I dolci che oltre a non fare bene sono anche aumentati parecchio: eppure vengono comprati e altrettanto sprecati. 

Insomma tutto molto lontano dal cibo sintetico che qualcuno già in passato definì da Natale Horror quando fu avanzata la proposta di sostituirlo a frittelle e panettone. Continuano le petizioni a tutela del made in Italy, ma intanto il NO del Governo è il regalo giunto dopo un anno di letterine a Babbo Natale di tanti agricoltori e piccoli allevatori. Eppure la storia, a quanto pare, non finirà qui.

*Alessandro Salamena, giornalista