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La performance partecipativa come canale di protesta

La globalizzazione ci ha portato a vivere immersi in una dinamica frenetica di saturazione informativa, di continui dibattiti politici e sociali, di cambiamenti accelerati ma di poca focalizzazione sulle cose davvero importanti. In questo difficile contesto socioculturale, è necessario trovare nuove possibilità di impatto e di consapevolezza, nuove forme di incidenza sociale.

Così, nella nostra vita quotidiana, la creatività è l’alternativa, e proprio qui la performance partecipativa prende forza, non solo come strumento di comunicazione artistica, ma anche come canale di protesta. Il corpo dell’artista è il supporto dell’opera, ma è anche la materia prima per sperimentare, mettere in discussione e trasformare.

Attraverso il confluire di arte e attivismo, ho trovato nel mio pseudonimo Nina Dotti un’alternativa per combattere e difendere i diritti civili, politici, culturali e sociali. Concepisco la performance partecipativa come una pratica culturale tipica delle dinamiche contemporanee; per questo motivo ho deciso di costruire diversi personaggi e piattaforme d’azione, per promuovere il diritto ad avere diritti attraverso la mobilitazione dei cittadini.

In questo modo, la performance partecipativa è diventata per me anche un canale di protesta contro la dittatura di Nicolas Maduro, sotto la figura di Miss Wynwood. Un’antieroina che usa l’impudenza, il kitsch, l’umorismo e la banalità esacerbata per porre la lente d’ingrandimento sui modi di fare politica e sulla difesa dei diritti umani.

Miss Wynwood è una ex-miss di un concorso di bellezza, anche candidata simbolica alla presidenza del Venezuela. Questo personaggio riunisce una serie fotografica, sculture in stampa 3D, video, manifesti politici, materiale POP e una pubblicazione stampata con il suo programma di “malgoverno” dal 2014 ad oggi. Sono azioni che tentano di evidenziare i vari problemi di interesse collettivo che affliggono il popolo venezuelano, attraverso una parodia che mette in discussione la politica tradizionale per tentare di trasformare la realtà, trascendendo i codici di politica internazionale tradizionale.

Allo stesso tempo la Performance Partecipativa può essere collegata a questioni più complesse, come l’universo femminile e la lotta contro la disuguaglianza. Infatti, con “Perfect What?” presento in forma di microchip di computer tutti i tipi di donna esemplari della nostra società, per poi distruggerli in pubblico con un martello e vivere senza stereotipi; PMS Lounge (Premium Menopausa Satisfaction) abbina l’arte con la tecnologia, attraverso un App che, con umorismo, ci invita a godere di questa fase della vita. Inoltre, durante la Biennale di Arte di Venezia dell’anno scorso, con “Sono del Venezuela e ho il diritto a…”, ho incollato centinaia di adesivi con i codici QR (codici di risposta immediata) negli spazi pubblici della città che, una volta scannerizzati, mostravano vari video di denuncia contro il regime venezuelano. Questa azione culturale può far intrecciare i limiti che ci sono nella traslazione della performance dal luogo dell’esperienza alla sua rappresentazione museografica, portando le emozioni personali e collettive delle performance all’interno dell’universo dello spettatore, come invito a partecipare al rituale di trasformazione. Le mie installazioni “Take the load off” e “Premium Menopause Satisfaction (PMS)”, che nel 2017 sono state presenti a Venezia nell’ambito della mostra “Personal Structures”, organizzata dalla fondazione olandese “Global Art Affairs” (GAA), l’hanno dimostrato. La trasformazione sociale sarà presente attraverso il potere di corpi e parole, immersi in comunione in un’unica azione artistica.

*Andreina Fuentes, è nata a Caracas (Venezuela) nel 1968. Oggi Nina Dotti (pseudonimo) risiede e lavora nella
città di Miami (USA). Lo sviluppo della sua pratica artistica presuppone diverse strategie di creazione, che includono
performance, video, installazioni, fotografia e incontri creativi di natura partecipativa. Le sue proposte trattano temi
con dilemmi critici, come la diversità sessuale e il ruolo delle donne nella contemporaneità, presentati attraverso
l’umorismo, scene assurde, il POP surrealista e il ridicolo. È anche fondatrice e direttrice della Fondazione Arts Connection
a Miami (USA, 2006). Ulteriori informazioni sul sito: http://ninadotti.com.