Malattie di stagione, Marcella Camellini ce ne parla a Verbum Press
Si tratta di una patologia piuttosto comune, In Italia infatti circa un quarto della popolazione manifesta sintomi riconducibili alla malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE).
Si verifica in maniera equivalente sia negli uomini che nelle donne e si manifesta più frequentemente in età adulta, tra i 30 e i 50 anni, la probabilità di comparsa del reflusso aumenta con l’avanzare dell’età. Molto frequente è anche il reflusso gastroesofageo nel neonato e durante la gravidanza.
Anatomia: L’Esofago è quel condotto tubulare che favorisce il passaggio di cibo dalla bocca allo stomaco. All’estremità inferiore è presente una valvola (sfintere esofageo inferiore) che impedisce il ritorno del contenuto gastrico in esofago e si rilascia dopo la deglutizione per permettere l’arrivo del cibo nello stomaco. Se la valvola non funziona correttamente si può verificare reflusso di acido cloridrico, di bile e di cibo nell’esofago. A volte, può essere favorito da un’ernia iatale, cioè da una risalita dello stomaco nel torace attraverso il diaframma, ma non sempre l’ernia iatale si associa al reflusso e viceversa.
La MRGE si verifica in particolar modo nei periodi particolarmente stressanti e nei cambi di stagione, ma può essere favorita anche da regimi alimentari e stili di vita poco equilibrati o da un’ernia jatale, ovvero la risalita di una porzione di stomaco verso il torace a causa di una lassità dei tessuti.
Qual è il legame tra MRGE e cambio di stagione?
Il reflusso gastroesofageo-la condizione in cui il contenuto dello stomaco risale nell’esofago-può diventare più evidente nel passaggio dall’inverno alla primavera o dall’estate all’autunno.
Ciò accade in quanto alcune variazioni ambientali (es.le ore di luce e le temperature) e dello stile di vita (alimentazione, pratica dell’attività sportiva ecc.) possono influenzare la funzionalità dell’apparato gastroenterico, determinando un aumento di sintomi tipici quali bruciore gastroesofageo e difficoltà digestiva. In particolare, se il cambio di stagione avviene in modo repentino, si vanno a stimolare alcune connessioni nervose e ormonali che determinano un aumento della secrezione di acido cloridrico nello stomaco.
Ma perché il reflusso peggiora con il cambio di stagione?
Diversi sono i fattori: 1) variazioni del ritmo circadiano (aumento o una diminuzione delle ore di luce) può influire sul nostro orologio biologico, causando alterazioni sulla regolazione della digestione, sulla motilità digestiva e sulla produzione di acido cloridrico nello stomaco. 2) modifiche all’alimentazione: con l’arrivo della stagione fredda è comune cambiare dieta, preferendo altre tipologie di cibi che possono determinare una maggiore acidità o che risultano più difficili da digerire; 3) stress: lo stress e il passaggio da un contesto di vacanza a uno lavorativo possono notoriamente peggiorare il reflusso gastroesofageo, aumentando la produzione di acido nello stomaco e influendo sulla motilità esofagea; 4) sedentarietà: quando le temperature sono basse, in molti tendono a ridurre l’attività fisica che, se praticata con equilibrio, aiuta, invece, a mantenere un peso corporeo stabile, ridurre la pressione addominale e il rischio di reflusso. Inoltre, può migliorare la digestione e la motilità intestinale, diminuendo il tempo di esposizione dell’esofago all’acido gastrico.
Epidemiologia: In un setting ambulatoriale, la MRGE rappresenta il 17.5% di tutti i disturbi digestivi ed ha un impatto significativo sulla spesa sanitaria.
Sintomi tipici: bruciore (pirosi) o rigurgito. Sintomi atipici: Dolore toracico (che a volte si pone in diagnosi differenziale con il dolore cardiaco), palpitazioni (talora la MRGE favorisce la comparsa di extrasistoli) Tosse cronica, Laringite, Asma, Insonnia, Erosioni dentarie.
I sintomi si possono presentare in modo continuativo durante la giornata, oppure in modo intermittente. Ad es, i sintomi del reflusso possono verificarsi al risveglio, dopo i pasti e durante la notte (tipicamente da mezzanotte alle 3 di mattina) o solo in posizione sdraiata e mentre ci si piega in avanti (per es. mentre si allacciano le scarpe). Non è accertato se sintomi come: raucedine, ipersalivazione e sensazione di globo siano direttamente correlati al reflusso. Patogenesi: disfunzione della giunzione esofago-gastrica (sfintere esofageo inferiore). Quali sono i fattori di rischio? -Obesità addominale-Fumo, alcool–Pasti abbondanti -Consumo di alimenti/bevande trigger- Ernia iatale-Gravidanza -Malattie tessuto connettivo-Farmaci (betabloccanti, broncodilatatori, ansiolitici, nitroderivati). L’obesità è presente nel 50-70% dei pazienti con sintomi da reflusso, 15% dei pazienti obesi ha ernia jatale
Cosa fare?
Gestire in maniera efficace il reflusso gastroesofageo, soprattutto durante i cambi di stagione, richiede un approccio olistico che include: modifiche della propria dieta e dello stile di vita; uso di farmaci, se necessario; procedure endoscopiche ambulatoriali o chirurgiche, nei casi più importanti e di lunga durata.
Alcuni consigli utili per alleviare i sintomi dati dalla malattia.
La gestione non farmacologica passa attraverso adeguati e salutari stili di vita.
Alimentazione: per quanto riguarda l’alimentazione è importante: evitare alcuni cibi e bevande che possono irritare e aumentare i sintomi del reflusso come alimenti speziati, piccanti, acidi, fritti e grassi; alcol, bibite energetiche e gassate, evitando caffè e tè, cioccolata, menta, pomodoro, agrumi ; utile mangiare poco e spesso ed evitare, invece, i pasti abbondanti, specialmente alla sera, che possono esercitare pressione sullo sfintere esofageo inferiore facilitando il reflusso; masticare lentamente ed adeguatamente; non distendersi subito dopo aver mangiato e, se questo non è sufficiente a controllare i sintomi, dormire con il busto sollevato: è consigliabile sdraiarsi non prima di 2-3 ore dopo il pasto per ridurre la probabilità che l’acido refluisca nell’esofago e per lo stesso motivo è consigliata una posizione sollevata se è presente rigurgito notturno.
Attività fisica regolare e fondamentale il calo ponderale (ridurre del 3% il BMI comporta riduzione del 40% del reflusso)
Gestione farmacologica. Per la gestione del reflusso il medico può prescrivere alcuni farmaci (antiacidi, alginati, inibitori di pompa protonica, antagonisti dei recettori H2, procinetici ecc..) che agiscono principalmente per ridurre la quantità di acido presente nello stomaco; impedire che l’acido risalga verso l’esofago, e quindi proteggerne la mucosa; migliorare lo svuotamento gastrico. Si tratta di terapie farmacologiche che, a seconda del quadro clinico, possono rendersi necessarie per dei cicli stagionali o per un lungo periodo di tempo.
Quando consultare il medico? È importante rivolgersi ad un medico se si presenta uno o più sintomi dei seguenti con una frequenza superiore alle 2 volte a settimana: bruciore gastroesofageo; acidità di stomaco; tosse dopo i pasti o durante il riposo notturno; rigurgiti; difficoltà a digerire e nausea. È possibile, infatti, che si sia affetti da MRGE (Malattia da Reflusso Gastroesofageo) per la quale il Medico deve impostare un’adeguata terapia. In caso fosse necessario fare un approfondimento sarà il Medico Gastroenterologo a prescrivere tutti gli accertamenti diagnostici per meglio inquadrare il caso clinico e poter elaborare un programma terapeutico mirato, con farmaci e dosaggi adeguati per risultati efficaci e nel tempo.
*Marcella Camellini, medico cardiologo ospedale di Sassuolo – direttore scientifico del centro salute&formazione