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A qualcuno non piacerà

“Il poeta […] mi segue in cucina, allunga le braccia sul tavolo e si prende la testa tra le mani. «Io… sono rimasto a guardarti… di nascosto… mentre dormi, per tentare di capire che cosa sono […]. Allora mi sembra… che siamo uguali… mentre dormi. Allora tu… non stai scrivendo… e allora tu non sei… una scrittrice migliore… di me»”. [Auður Ava Ólafsdóttir]

A qualcuno non piacerà la tua bravura.

O il tuo spirito d’iniziativa.

La tua capacità di fare un miglio in più, quando tutti gli altri sono stremati.

A qualcuno non piacerà la tua opinione più onesta.

A qualcun altro, il fatto che sai andare avanti fregandotene della sua.

A qualcuno non piacerà la laurea che hai preso.

O la tua scelta di non prenderla per fare altro.

A qualcuno non piacerà la tua decisione di sposarti da giovane.

O quella di non sposarti affatto.

A qualcuno non piaceranno tutti i soldi che guadagni.

O che non te ne importi niente di guadagnarli.

A qualcuno non piacerà la tua fermezza nel porre confini sani e rispettarli.

O la tua forza nel superare quelli limitanti.

A qualcuno non piacerà vedere la gioia nei tuoi occhi.

E nemmeno un sorriso soddisfatto sul tuo volto.

Qualcuno dirà “non è poi questa gran cosa”, davanti a un tuo traguardo.

Qualcuno chiamerà “bacchettonaggine” la tua integrità, “secchionaggine” la tua costanza, “freddezza” la tua professionalità.

Ci danniamo tanto per nascondere i nostri difetti, o per correggerli.

Viviamo col pensiero che qualcuno possa vederli e non apprezzarli.

Non apprezzarci.

Quando, in realtà, spesso funziona tutto esattamente al contrario.

È molto più facile non piacere per i propri pregi, che non per le proprie pecche.

È molto più facile dare fastidio con i propri talenti, con le proprie qualità, con la facoltà di decidere con la propria testa.

Il mondo è pieno di persone in grado di amare genuinamente solo chi non è migliore di loro in qualcosa.

Perché chi lo è le fa sentire inadeguate, in difetto.

Le mette davanti a ciò che vorrebbero essere, ma non possono, o non riescono.

Come il poeta del romanzo di Auður Ava Ólafsdóttir: uno scrittore mediocre, capace di guardare e amare la donna che ha accanto, una scrittrice di talento, solamente quando dorme.

Perché, almeno quando dorme, non è una scrittrice migliore di lui.

La paura della disapprovazione degli altri, dell’abbandono, è una trappola nella quale è facilissimo cadere.

Un po’ per cultura, un po’ – forse – per umana insicurezza, tanti di noi crescono con l’illusione che quando saranno sulla strada giusta lo sapranno perché tutti li apprezzeranno.

E invece, appunto, spesso funziona tutto esattamente al contrario.

Il più delle volte, quando splenderai della tua luce migliore, quando sarai nella tua essenza più autentica, nel pieno della tua centratura… a qualcuno non piacerà.

E se fosse quello il segnale che ti conferma di essere sulla strada giusta?

Bibliografia:

Auður Ava Ólafsdóttir, Miss Islanda – Einaudi

*Mariachiara Silleni, giornalista, copywriter & communications specialist