L’arca d’oro
Narrano che molto tempo fa, esteso in una collina, c’era un bel villaggio. Nei dintorni c’erano vigne e tante piante d’oliva. A fine anno, il ricavato era abbondante come il vino buono e l’olio. I contadini andavano molto d’accordo uno con l’altro. Ogni sera, dopo una giornata faticosa e difficile, si radunavano tutti in piazza. Gli uomini giocavano a carte mentre le donne ballavano e si divertivano con i loro figli. Il sorriso illuminava i loro occhi e i loro volti fino a sera tardi. Tutti gli abitanti degli altri villaggi si chiedevano quale fosse il segreto della loro fratellanza. Il Capo del villaggio era un uomo anziano e saggio; era soddisfatto dalla benevolenza e dal benessere che i suoi contadini regalavano giorno dopo giorno alle loro famiglie e al loro villaggio.
Un giorno di mattina presto, al canto del gallo, il villaggio si riempì dalle voci e le canzoni degli contadini allegri e sereni. Arrivati ai campi si misero a lavorare la terra. Dopo alcune ore, in tarda mattinata, il Capo del villaggio si mise a riposare sotto l’ombra di una pianta d’olivo. Appoggiò la schiena sul tronco secolare e, con gli occhi colmi di ammirazione, osservò il suo bel villaggio sulla collina. Contento, sorrise tra sé vedendo la pace che regnava dappertutto. Ad un certo punto i suoi occhi si fermarono poco più in là dov’era seduto. Gli catturò l’attenzione una strana radice… cominciò a zappare ma sembrò come se la radice non volesse staccarsi dalla terra. Il Capo però non si arrese; continuò a zappare e ad un certo punto, tirando via la strana radice vide la terra aprirsi in profondità. Davanti gli occhi gli apparve un grande buco. Fece per allontanarsi buttando via la radice ma notò che dentro c’era qualcos’altro. Ricominciò a scavare finché tirò dal buco un’arca coperta di radici simili a quella che aveva appena buttato. Il Capo del villaggio respirò a fatica; nel frattempo i contadini si erano avvicinati circondando l’arca. Tutti parlavano a voce alta chiedendosi cosa ci fosse dentro quell’arca. Vedendo l’avidità negli loro occhi, il Capo del villaggio fece per dire qualcosa ma non ebbe il tempo per fermarli. Come lupi affamati, i contadini fecero a pezzi l’intera vecchia arca. Monete d’oro si sparsero accecando i loro occhi. L’incredulità durò soltanto un secondo. Di nuovo, come fossero sciacalli, si azzannarono uno con l’altra. Ognuno di loro desiderava portare via quanto più oro possibile potesse. E così si ammazzarono a vicenda scordandosi che solo pochi istanti prima si volevano bene proprio come fratelli. Diventarono uno peggio dell’altro. Chi poté salvarsi andò a casa insanguinato. Con l’oro guadagnato con sangue e cattiveria costruirono delle belle ville con i muri alti, senza rivolgere la parola ad alcun vicino. Si imprigionarono nella loro ricchezza e vanità, senza più cantare, senza più ballare e senza più vedere la luce del giorno.
Narrano che in quel villaggio il sole non sorge più; narrano che la nebbia oscura tutto. Dicono che nemmeno il gallo canta più di mattina presto. Narrano anche che l’olivo gocciola di pianto perché la terra non vede più nessuno. Infatti, sin dal giorno in cui il Capo smosse la strana radice, in quel villaggio nessuno vide più nessuno…
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Angela Kosta è nata a Elbasan (Albania) e vive in Italia dal 1995. È direttore esecutivo della rivista cartacea Miriade, traduttrice, saggista, giornalista, critica letteraria, editrice e promotrice. Ha pubblicato 21 libri: romanzi, poesie e fiabe in albanese, italiano, inglese, turco, arabo e francese. I suoi lavori e le sue traduzioni sono stati pubblicati in 33 lingue straniere ed edite in varie riviste letterarie e giornali in diversi Paesi continentali e intercontinentali. È coautrice di diverse antologie in vari Stati.
Traduce e scrive articoli e interviste per il quotidiano Calabria Live, Saturno magazine, Alessandria Today Magazine, la rivista internazionale Orfeu, il quotidiano Nacional, Gazeta Destinacioni, Perqasje Italo – Shqiptare, la rivista Atunis; collabora con le riviste: International Literature Language Journal (Michigan), Wordsmith International Editorial (Florida), Raven Cage (Germania), The Dayli Global Nation e Kavyar Kishor International (Bangladesh), Sindh Courier (Pakistan), Güncel Sanat (Turchia), Friendship Of People (Tagikistan), ecc.
Ha tradotto 160 autori in bilingue italiano-albanese e viceversa e ha promosso oltre 600 poeti e 65 artisti in varie riviste letterarie nazionali e internazionali, oltre a tradurre i libri di poesie di 3 autori albanesi e kosovari. Ha inoltre tradotto le poesie di importanti classici italiani, nobili e altri autori famosi.
In Italia molte testate hanno pubblicato articoli su Angela Kosta tra cui: La Nazione, Corriere Dell’Umbria, Diretta News, Il Quotidiano D’Italia, 24 Umbria it. Solo nel 2024 è comparsa su 128 quotidiani e riviste nazionali e internazionali ed è stata Personaggio del Mese sulle copertine delle riviste: Saturno magazine (Italia), International Literature Language Journal (Michigan), Wordsmith International Editorial (Florida), Èlite Magazine (Libano), Literary Magazine (Barcellona), Oddyse International Editorial (Bangladesh)
Ha ricevuto numerosi riconoscimenti. Nel 2023 la rivista Obelisk a Tirana l’ha dichiarata, tra gli altri, la migliore traduttrice con le traduzioni del celebre poeta Nobel Giosuè Alessandro Giuseppe Carducci, così come il quotidiano marocchino Akhbar7 l’ha proclamata Donna Celebrity per l’anno 2023. Ha ricevuto inoltre le Certificazioni di Dottore Honoris Causa da varie università tra cui: Colombia, Moldavia, Yemen, Algeria, Romania, Messico, India e recentemente anche dall’Università di Lingua e Letteratura in Marocco dal Decano Muhammad Blik nonché dal Direttore Esecutivo Michael Hislop della rivista Kavyar Kishor International (Australia), che nel maggio 2024 le ha attribuito un certificato come migliore poetessa.
*Angela Kosta, scrittrice