I nuovi linguaggi della comunicazione oggi: tra cultura e apparire.
L’identità dell’individuo nella società globalizzata in cui viviamo è fortemente in crisi. La causa va ricercata nella confusione di piani che si va sempre più evidenziando e che purtroppo spesso sfocia in uno stato di dilagante e preoccupante sottocultura.
Purtroppo molti identificano la parola cultura con il proprio apparire, senza alcun approfondimento dei contenuti e con un approccio superficiale a tematiche che richiederebbero ben altra conoscenza e approfondimento.
Molte responsabilità sono da attribuire all’imperversare del web che, pur con tutti i suoi vantaggi legati alla velocità di comunicazione, ha com pletamente stravolto una serie di piani, privilegiando la sete di evidenziarsi, di prevalere e spesso di autoaffernarsi e celebrarsi.
Molte quindi le conseguenze derivanti da tutto questo, in particolare per lo sviluppo di una promiscuità dove troppo spesso si scivola nella sotto cultura, perché pur di raggiungere una notorietà ci si inventa attività e si producono opere di bassissimo livello culturale, credendo di far cultura.
A tutto questo si aggiungono componenti di lucro molto serie e a mio avviso inaccettabili: editori che portano avanti il proprio marchio chiedendo agli autori, in particolare se esordienti e spesso anche di livello piuttosto basso, cifre esose e in alcun modo controllate dal mercato, che poi lo stesso autore alla fine è disposto a pagare pur di vedere pubblicata una propria opera, e la cosa più grave è che tutto viene gestito senza alcun controllo, con la conseguenza che ci si trova poi davanti a testi ibridi, talvolta assolutamente insignificanti, per i quali non è stata attivata alcuna forma di editing ed il cui risultato è il narcisistico compiacimento di sedicenti scrittori che ritengono di aver raggiunto in tal modo un elevato target culturale.
Altro fenomeno molto serio e che andrebbe assolutamente arginato è quello del dilagare di premi e concorsi letterari, gestiti da organizzatori talvolta improvvisati, che catalizzano partecipanti facendo loro pagare quote senza alcuna forma di discrimine…per poi autocelebrarsi come “promotori di cultura”.
Nella nostra società fortemente globalizzata non è facile impostare linee guida che possano selezionare la vera cultura rispetto a forme di cultura legate soltanto al piano dell’apparire e del presenzialismo mediatico, ma bisognerebbe per lo meno avere la coscienza di arginare e limitare forme di mediocrità del linguaggio e dei contenuti.
*Annella Prisco, scrittrice, critico letterario, funzionario Regione Campania cultura