Giudizi e pregiudizi di genere: a Firenze il convegno “DivinaMente Donna”
La poetessa Regina Resta: “Il nostro compito è costruire una società che rispetti i più deboli e che sia veramente civile. Bisogna educare le persone fin dalla prima infanzia”
“DivinaMente Donna: giudizi e pregiudizi da demolire”. Un titolo che è tutto un programma quello del convegno organizzato per il 31 marzo (dalle ore 17) nella Biblioteca delle Oblate di Firenze, nell’ambito della rassegna “Si scrive Marzo, si legge Donna”.
“In qualità di presidente dell’Associazione internazionale VerbumlandiArt-Aps – spiega la poetessa Regina Resta, che modererà l’incontro -, ho proposto questo titolo e questa idea per la prevenzione della violenza di genere e contro le donne, in modo da accrescere la consapevolezza del valore della differenza, destrutturare gli stereotipi di genere e attivare un metodo critico sul fenomeno della violenza. È un progetto itinerante che stiamo portando avanti in tutta Italia con i nostri soci professionisti ed esperti della tematica, attraverso iniziative varie che coinvolgono di volta in volta artisti, bambini e ragazzi, scrittori, poeti, musicisti, giornalisti, avvocati, criminologi, sociologi. Nel titolo ci sono speranza, fiducia, promessa di guardare al problema con positività per trovare soluzioni possibili che partano dall’educazione di base dei più giovani. Il nostro compito è costruire una società che rispetti i più deboli e che sia veramente civile”.
Dottoressa Resta, come nasce il progetto?
“Dalla mia trentennale esperienza di formatore all’ascolto nella Caritas Diocesana, presso il Consultorio. Per anni ho ascoltato, accompagnato nella risoluzione dei problemi le donne vittime di violenze fisiche e psicologiche e soprusi vari, insieme alle strutture comunali e statali presenti sul territorio, con la collaborazione di numerosi esperti volontari, medici, psicologi, avvocati. Questo problema va affrontato insieme a tutti”.
Perché, nel 2023, è ancora necessario discutere della differenza di genere?
“La violenza di genere è, purtroppo, un problema diffuso in tutto il mondo, anche se in Italia negli ultimi anni, durante e dopo la pandemia, sono emerse problematiche nascoste e non. Si tratta di un problema sociale che richiede un approccio complesso e multidisciplinare, capace di coinvolgere la società nel suo insieme. Bisogna promuovere l’educazione e la consapevolezza sulla violenza: è importante educare le persone fin dalla prima infanzia sull’importanza del rispetto, dell’uguaglianza e della non violenza. Ciò può essere fatto attraverso programmi educativi nelle scuole, campagne di sensibilizzazione sui media, ecc. Nonostante si siano compiuti molti passi avanti, è ancora diffusa una forma di disinformazione dovuta al fatto che bisogna sviluppare e applicare leggi e politiche efficaci, che criminalizzino la violenza di genere e prevedano sanzioni adeguate per i responsabili. Bisogna promuovere l’uguaglianza di genere come opportunità per uomini e donne in tutti i settori, dall’istruzione all’occupazione, alla politica”.
Durante l’incontro insieme agli esperti cercherete di identificare il ruolo della donna e quello dell’uomo nella società contemporanea…
“Gli scopi sono molteplici perché credo che solo dal confronto e dal dialogo con i vari protagonisti ed esperti si possano ottenere risultati. La promozione della parità di genere deve essere l’obiettivo fondamentale che può essere raggiunto solo attraverso politiche di uguaglianza salariale, promozione delle donne in posizioni di leadership e sostegno ai programmi che aiutino le donne a raggiungere la parità economica e sociale. L’educazione sulla prevenzione della violenza deve essere inclusa nei programmi scolastici e divulgata attraverso i mezzi di comunicazione; gli uomini e i ragazzi in primis devono essere coinvolti in questo processo educativo. La sensibilizzazione sulla violenza sulle donne può essere fatta continuamente attraverso campagne pubblicitarie, eventi di sensibilizzazione e partecipazione attiva da parte della comunità”.
In ambito lavorativo, quali sono i pregiudizi più ostici da superare?
“Il compito dello Stato è proteggere i diritti delle donne, promuovere l’uguaglianza di genere e creare un ambiente sicuro per le lavoratrici. La prevenzione della violenza richiede un approccio multisettoriale e una collaborazione tra tutti gli attori coinvolti, compresi gli individui, le organizzazioni della società civile e le istituzioni statali. Quali pregiudizi, mi chiede? La cultura alla violenza è quasi normalizzata e giustificata sui media e nel comune sentire popolare, tanto da dare l’impressione che sia accettabile o addirittura necessaria per risolvere i problemi. Mi dispiace ammetterlo ma c’è ancora tanto da fare”.
E in ambito familiare?
“La famiglia è il luogo privilegiato da cui parte l’educazione; è importante dire che non tutti gli uomini commettono atti di violenza contro le donne e che non tutti coloro che commettono tali atti sono uomini. Inoltre, le cause della violenza contro le donne possono variare in base al contesto culturale, sociale ed economico. Tuttavia, è fondamentale che le comunità e la società nel suo insieme lavorino per prevenire la violenza contro le donne, promuovere l’uguaglianza di genere e garantire la sicurezza e la protezione delle stesse e dei minori, vittime indifese in tutti i casi”.
Come si spiega l’ascesa vertiginosa delle donne negli ultimi anni, in Italia e in Europa, alle più alte cariche istituzionali?
“L’unica vera spiegazione è che le donne hanno preso coscienza delle proprie capacità, hanno profuso forze per studiare e lavorare, mettendo al primo posto la propria realizzazione, pur restando ugualmente donne, madri e mogli, in una società ancora troppo maschilista. In Europa ci sono molte differenze tra i vari Stati, ma anche in quelli più avanzati ci sono ugualmente situazioni di disagio e di prevaricazione sulle donne”.
Di questo e di molto altro ancora si discuterà questo pomeriggio, 31 marzo, nella Biblioteca delle Oblate, insieme ai relatori attesi al convegno DiviaMente Donna: il senatore Manfredi Potenti, la scrittrice professoressa Gabriella Izzi Benedetti, il giornalista Goffredo Palmerini, la criminologa forense Maria Pia Turiello, il professor Francesco Lenoci, il professor Roberto Sciarrone e il presidente del Centro per l’Unesco di Firenze Vittorio Gasparrini.
*Caterina Ceccuti, giornalista