Riconoscimento postumo al giovane poeta Domenico Carrara
Nella Marche, a Senigallia, il ricordo commosso dell’irpino deceduto nel 2021
In una sala strapiena all’inverosimile domenica 15 maggio scorso nella ridente Senigallia (AN), presso l’elegante Auditorium San Rocco, l’Associazione Culturale Euterpe di Jesi ha consegnato nelle mani di Carlo e Alessandro Carrara (rispettivamente padre e fratello) il Premio Speciale alla memoria dedicato a Domenico Carrara (1987-2021) tragicamente venuto a mancare giovanissimo nel 2021. La cerimonia si è tenuta all’interno del più ampio contesto della premiazione della decima edizione del Premio Nazionale di Poesia “L’arte in versi”, ideato e presieduto dal sottoscritto che ha voluto riconoscere l’alto merito letterario e culturale del giovane Domenico istituendo il Premio alla memoria. L’iniziativa ha ottenuto anche il patrocinio morale dell’Università degli Studi “Federico II” di Napoli, ateneo nel quale il poeta si era laureato a pieni voti, mediante lettera a firma del Rettore prof. Matteo Lorito.
Domenico Carrara nacque ad Atripalda (AV) nel 1987. Poeta, scrittore e filosofo, collaborò a progetti editoriali e varie sue poesie vennero pubblicate in antologie. Dal carattere riservato, nella sua prima giovinezza lesse e stimò i poeti della tradizione esistenzialista della nostra letteratura, con particolare attenzione a Ungaretti, Montale e Saba per giungere poi, con maggiore consapevolezza e preparazione, alla lettura di alcuni grandi contemporanei quali Giorgio Caproni e Andrea Zanzotto (citati in alcune sue opere e di cui, a diverse altezze, è evidente l’influenza, soprattutto di Zanzotto). Tra gli stranieri era particolarmente interessato alla polacca Wislawa Szymborska, Premio Nobel per la letteratura nel 1996.
Originario della terra d’Irpinia che nel 1980 soffrì il noto terremoto che tanto caos generò nella zona dilaniando le poche sicurezze della poca gente di Provincia, dalla sua amata terra, forse disattenta o non così capace di accogliere e dare proiezioni concrete ai giovani, negli ultimi anni si era allontanato, dopo aver vinto un concorso come personale Ata, recandosi nel nord Italia.
Ed è proprio nella provincia bresciana che venne trovato morto, dopo ampie ricerche delle squadre di soccorso nel comune di Bienno dopo esser caduto in un crepaccio da un sentiero che era andato a percorrere a fine gennaio 2021. Terminata di netto, e nel peggiore dei modi, una qualsivoglia – pur recondita – possibilità di ritrovarlo, la famiglia ricevette la tragica notizia dalla sala comunale di Bienno dove si era recata. Il ritorno ultimo alla sua città qualche giorno dopo, dove presso la Chiesa di Santa Maria Maggiore di Grottaminarda (AV) si tenne un commosso ultimo saluto. Al termine, sul sagrato della chiesa, alcuni giovani lessero alcuni suoi brevi componimenti.
Risuonano le sue parole di una brevissima lirica, delicata e struggente al contempo, in cui leggiamo: “I morti ci mancano, / ne curiamo i ricordi. / Non ci fanno paura / le persone concluse. / Non feriscono, stanno / catturate nel sempre, / ci spaventa il domani / dentro gli occhi dei vivi”. Versi che sentiamo così veri e pregnanti nel pensare alla sua presenza diffusa tra noi, in forme diverse da quella concreta.
La tristissima vicenda umana di Carrara fu ampiamente seguita dalla sua comunità locale e dalla fitta schiera di suoi amici, molti uniti dalla virtualità del legame, tra poeti, scrittori, critici, giornalisti, ambiente nel quale Carrara era ben collocato da anni e profondamente stimato per la sua onesta, mai ostentata, responsabile e sentita attività letteraria.
Vari i libri pubblicati. Per la narrativa i romanzi Binario 8 (Photocity, 2012), C’è chi si lamenta della pioggia (Homo Scrivens, 2015) e Mnemosine (Homo Scrivens, 2019) con illustrazioni a colori di Sonia Giampaolo. Per la poesia, oltre a varie pubblicazioni online, su riviste (tra cui «Pickwick») e su antologie, il libro A riprendere le stelle (Il Filo, 2009) e la raccolta postuma Nel ripetersi delle cose (Homo Scrivens, 2021). Alcuni suoi versi si ritrovano nel catalogo foto-poetico Pietre vive vol. 3 (Delta 3, 2013) e in I poeti irpini della società liquida (Delta 3, 2014). Curò il laboratorio artistico “Ma chi sono questi?” insieme a Lucia Schettino.
Nel volume antologico contenente tutte le opere dei premiati a vario titolo in seno al concorso “L’arte in versi” anche una cospicua scelta di testi poetici di Carrara estratti da A riprendere le stelle (Albatros, 2009) e Nel ripetersi delle cose (Homo Scrivens, 2021, postumo) tra cui la stupenda “Ora che te ne vai” dove è possibile leggere: “Ora che te ne vai / scorrono le immagini che ho catturato / su pezzi di carta / su pezzi di cuore / […] / Ora che te ne vai / si spengono le favole che ci han cullato / ma c’inventeremo un rimedio migliore / e ci basterà ridere / […
] / Lasciami un frammento della tua anima / Lo terrò stretto mentre urlerò / ancora e ancora in questo mondo ipocrita / Urlerò per chi non dimentica / Ti lascio un frammento della mia anima / Tienilo stretto mentre lotterai”.
A continuazione ripropongo in forma integrale la motivazione del conferimento del Premio da me scritta e declamata durante la cerimonia prima della consegna del premio ai familiari, diffusa anche su alcuni quotidiani locali della Campania.
Appena un anno fa il giovane poeta campano Domenico Carrara, per un banale e cinico gesto del destino, lasciava questa terra. Dalla disillusa e lontana Irpinia, luogo che dipinse spesso nelle sue liriche per sottolinearne quel rapporto duplice di legame autentico ma anche di sentimento di reclusione in uno spazio estraneo e arcaico, era partito alla volta del nord Italia dove aveva accettato di lavorare come collaboratore scolastico, a fronte della sua ben più prestigiosa laurea in Lettere e Filosofia all’Università di Napoli. Le vicende della sua dolorosa scomparsa sono note alla cronaca e non intendiamo qui oggi parlare di questo anche perché – ed è la ragione per cui ne tributiamo il suo valore di Poeta – egli è piuttosto vivo ancora oggi. Lo è per mezzo delle opere che ci ha lasciato, delle poesie dove non si cela quello sguardo acuto e passionale verso la vita, è ancor più presente in quegli studi di chi, occupandosi della letteratura meridionale, non può non richiamare la sua opera, ricordare il suo percorso che, seppur breve, ha meritatamente lasciato il segno.
Grazie allo strenuo impegno della famiglia dopo la sua morte è uscito un nuovo libro (Nel ripetersi delle cose), un ricco repertorio di poesie che Domenico aveva scritto negli ultimi tempi, opera che ci aiuta molto a comprendere le sue idee, la sua impostazione della vita, le forme del pensiero e la capacità se non unica senz’altro rara di parlare degli spazi della sua infanzia con un incanto smagato, con una criticità dolce. Non dei veri atti d’accusa, i suoi, nei confronti della Provincia disattenta e priva di futuro, seriamente segnata dal terremoto dell’Irpinia del 1980 e dagli interventi edilizi approssimativi e insoddisfacenti, ma una disanima giusta di un giovane che – purtroppo – è costretto a percorso migratorio verso un Nord apparentemente più incline a fornire possibilità, strade da poter percorrere per la creazione della propria esistenza.
La poesia di Carrara, migrante del XXI secolo, richiama assai bene, nelle forme e nella concezione che l’ispira, la stagione della de-territorializzazione, dell’esilio più o meno volontario, dell’allontanamento, della possibilità di crescita solo in un altrove. Lo scopriamo degno erede del calabrese Franco Costabile, privo, però, di patina ermetica e del lucano Leonardo Sinisgalli, il poeta-ingegnere che, per realizzarsi (e affermarsi), lasciò il borgo di Montemurro (PZ) nella desolata Val d’Agri per la frenetica e ruggente capitale meneghina. Non scevra da questa componente, che è comunque assai rilevante nell’opera del Nostro, è una riflessione continua e sentita in merito alla poesia non tanto come atto creativo ma quale forma d’immedesimazione e di ricerca interiore. La decisione dell’organizzazione del Premio è stata unanime nel voler attribuire il Premio Speciale “Alla Memoria” alla sua persona.
*Lorenzo Spurio, critico letterario e poeta