Giuseppe Mazzini – i doveri dell’uomo, Pier Franco Quaglieni, (Pedrini Edizioni, 2022)
Mazzini ha sempre ritenuto i doveri come una premessa indispensabile ai fini della realizzazione dei diritti dell’individuo
In libreria da pochissimi mesi “Giuseppe Mazzini – i doveri dell’uomo”, il nuovo saggio curato da Pier Franco Quaglieni, figura di spicco nel panorama culturale italiano, tra i fondatori del Centro Pannunzio di Torino e da sempre attento studioso di eminenti personalità che hanno segnato la storia dell’Italia. In questo caso la figura scelta da Quaglieni come oggetto della sua attenta e approfondita analisi è quella di Giuseppe Mazzini, a 150 anni dalla sua morte. E “I doveri dell’uomo” rappresenta una scelta ben precisa in quanto Mazzini ha sempre ritenuto i doveri come una premessa indispensabile ai fini della realizzazione dei diritti dell’individuo. Certamente si tratta di un messaggio formativo di alto valore in un momento storico come il nostro in cui prevalgono purtroppo sempre più spesso esempi di degrado e di corruzione. Il volume, che si avvale di undici capitoli e di un interessante testo inedito di Renzo De Felice, che spiega i rapporti tra Mazzini e il socialismo, pone l’accento su quelli che secondo Mazzini sono i principali doveri dell’uomo, verso la Patria, la famiglia, il lavoro ed anche verso sé stesso.
Pier Franco Quaglieni, con la sua personalità integerrima ed equilibrata, non fa sconti nell’evidenziare attraverso il confronto e lo studio del politico del Risorgimento, l’importanza dei valori fondanti di una società civile giusta e salda e l’aver ripreso quest’idea, già sorta cinquant’anni addietro in un progetto di Arrigo Olivetti, di sottolineare gli ideali del pensiero Mazziniano si rivela, come lo stesso Quaglieni afferma “in piena coerenza con gli obiettivi del Centro Pannunzio” Ed aggiunge ancora “In una società in cui i diritti hanno di fatto annullato i doveri, il pensiero rivoluzionario di Mazzini si rivela oggi, dopo centocinquant’anni, di assoluta attualità perché ribalta una certa concezione fondata esclusivamente sui diritti. Si può discutere sulla fattibilità politica dell’operato di Mazzini, ma certamente non sugli aspetti umani della sua personalità, avendo da sempre dimostrato grande passione ed onestà intellettuale che poi purtroppo ha pagato di persona col carcere e con l’esilio.”
Tra gli altri aspetti particolarmente interessanti del volume, anche la costante polemica tra Mazzini e Marx, derivante dal fatto che “Mazzini – spiega Quaglieni- aveva colto da sempre nel pensiero di Marx un che di autoritario, se non addirittura di totalitario”
Il volume, con copertina di Ugo Nespolo, e nella cui ultima parte troviamo anche un’articolata e completa biografia del patriota del Risorgimento, si fa leggere con spiccato interesse anche per lo stile e la penna incisiva, caratteristica innata di Quaglieni, che riesce sempre a tenere desta l’attenzione del lettore per quella sua capacità di coinvolgerlo e trasportarlo in pagine e capitoli fondamentali della storia italiana.
*Annella Prisco, scrittrice