Il confine tra Russia e Stati Uniti
Riguardo il conflitto tra Russia e Ucraina, in questi giorni, stiamo assistendo ad un genocidio da parte dell’esercito russo; una incredibile, maledetta guerra voluta unicamente dalla Russia, o meglio dal presidente Putin e dal suo entourage; conflitto che, sotto i nostri occhi, sta massacrando migliaia di civili, e disperdendo, nelle nazioni limitrofe, milioni di rifugiati, soprattutto donne e bambini, poiché molti uomini, novelli eroi, insieme all’esercito ucraino, sono rimasti nelle loro amate città per difenderle dagli invasori.
Tutto ciò sta avvenendo a soli 700 chilometri dal confine italiano, e, con l’arrivo dei profughi anche nella nostra nazione, con i drastici provvedimenti che si stanno prendendo a livello internazionale contro la Russia, dei quali, però, sentiamo i contraccolpi, anche noi italiani stiamo subendo il conflitto, soprattutto a livello economico.
Gli Stati Uniti sembrano subire meno conseguenze, qualcuno dice, anche per la distanza che separa quella nazione dalla Russia: ma in pochi sanno che USA e Russia distano tra loro soltanto pochi chilometri.
Ho trattato questo argomento su un mio libro del 2014 (“Nel presente tra presente e presente”, Book Sprint edizioni, Salerno); ne riporto alcuni passi con alcune modifiche giusto per attualizzare l’articolo.
“Parliamo delle isole Diomede (“Diomede Island” in inglese, “ostrova Diomida” in russo), un arcipelago unico nel suo genere, avendo la particolarità di essere situato al centro dello stretto di Bering, nel punto in cui le coste sono più vicine (ad una distanza di circa 80 Km). Pensate che la più grande delle due isole, quella situata ad Ovest, appartiene alla Russia, mentre la più piccola, quella ad Est, appartiene agli USA (è strano dire che la Russia sta ad Ovest e gli USA ad Est, ma in questo caso è proprio così). Le due isole, distanti poco più di tre Km, sono divise da un braccio di mare, ghiacciato per buona parte dell’anno, e un essere umano potrebbe farsela a piedi da un’isola all’altra, se non ci fosse il problema del confine di stato.
A proposito delle isole Diomede, se qualcuno di voi pensa che sto scrivendo “di fantascienza”, può andare a vedersi il sito di wikipedia, la più grande enciclopedia “vivente” (http://it.wikipedia.org/wiki/Isole_Diomede), che così recita:
Le isole Diomede (in lingua russa: Ostrova Diomida, in inglese: Diomede Islands o Gvozdev Islands) sono due isole rocciose situate nel bel mezzo dello Stretto di Bering, fra l’Alaska e l’estremo oriente della Russia. Sono conosciute con vari nomi: la più occidentale è detta, a seconda delle diverse lingue e culture, Grande Diomede (Big Diomede), Imaqliq, Nunarbuk, Isola di Ratmanov; l’isola orientale è invece detta comunemente Piccola Diomede, oppure, in alternativa, Isola di Krusenstern o Inaliq.
Il primo europeo a raggiungere le isole fu l’esploratore russo Semyon Dezhnev nel 1648. Successivamente un esploratore russo di origine danese Vitus Bering le riscoprì il 16 agosto 1728, il giorno che la Chiesa ortodossa russa celebra la memoria del martire San Diomede (da qui il nome delle isole). Tuttavia una vera esplorazione fu fatta solo nel 1832 dal russo Mikhail Gvosdev.
In definitiva, per lo strettissimo braccio di mare che le separa, passa la linea di confine tra le due superpotenze USA e Russia, due nazioni che nessuno pensa siano a soli tre km l’una dall’altra.
Ma quella del confine tra le due nazioni non è la sola linea convenzionale che passa tra le due isole; infatti per quel braccio di mare transita la Linea di cambiamento di data: la Diomede russa (fuso orario +12 da Greenwich), secondo il regolamento internazionale dei fusi orari, rispetto alla Diomede USA (- 9 da Greenwich), ha 21 ore di vantaggio; questa particolarità comporta diverse curiose implicazioni: abbiamo detto che nel lungo periodo invernale in cui i ghiacci uniscono le due isole è possibile attraversare questa linea a piedi e ritrovarsi, facendo pochi passi, nel giorno precedente (andando da quella situata ad ovest verso l’altra) oppure recarsi verso il domani facendo il percorso inverso. E quindi, da quell’isola appartenente all’Alaska, magari da una finestra di Little Diomede Village, con un buon binocolo, si può vedere come si vive l’indomani in Russia, sull’Isola Grande Diomede, e, viceversa, dalla Russia, come stanno vivendo la giornata di ieri gli americani. Oppure si può pensare di festeggiare due compleanni, due natali o due capodanni attraversando da Ovest ad Est, con la particolarità, rispetto al semplice passaggio da un fuso all’altro, di avere quasi una giornata intera dinanzi, prima dei nuovi festeggiamenti.”
Ma, tornando ad oggi, specialmente riguardo il popolo ucraino, c’è ben poco da festeggiare; e c’è ben poco da festeggiare anche da parte dei cittadini russi, tenuti nell’ignoranza da parte del regime, con il totale, orwelliano controllo dei media locali, e con le medioevali, draconiane sanzioni per chi prova a diffondere la verità o soltanto a scendere in piazza per farlo.
Putin, dai suoi nascondigli dorati, senza nessun riguardo, neanche per le migliaia di soldati russi morti in terra straniera, per le migliaia di bambini deceduti o mutilati, pensa a spostare le bandierine sulla carta geografica sui nuovi territori conquistati con grande spargimento di sangue; ma non è il suo sangue né quello dei suoi cari, tutti ben protetti.
Si potrebbe fare un tentativo per vedere se il suo cuore è veramente di pietra: portare al suo cospetto quella bambina, santa creatura in ricoverata presso un ospedale italiano, che potrebbe essere una sua nipotina, la quale, per causa sua, si ritrova con un braccio amputato:
“Nonno Vladimiro, vorrei tanto abbracciarti, ma per tua colpa non posso più farlo”.
Chissà se trovandosela davanti, pensando ai suoi nipoti, gli possa scoccare una scintilla di umanità, e fargli dire basta a questa assurda violenza.
L’ANS Associazione Nazionale Sociologi, con le sue migliaia di iscritti, è fermamente contraria agli stati dittatoriali, all’invasione dell’Ucraina da parte dell’esercito russo, ed è contro tutte le guerre, anche quelle dimenticate dai media internazionali, che ancora oggi causano infiniti lutti in diversi territori del nostro bello, amato, fragile, unico, martoriato pianeta.