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E se i Magi non avessero seguito una cometa?

Ecco finalmente dicembre che porta il freddo e il profumo del Natale

>> bolle spaziali

Anche se ormai il profumo di Natale si inizia a sentire nell’aria già a fine settembre, talmente forte da arrivare a dicembre che non se ne può più. Abbiamo perso il senso dell’attesa e non riusciamo più a goderci il momento, c’è poco da fare. Fortunatamente, però, esistono i bambini; per loro dicembre è ancora il mese di Babbo Natale e con le loro mani piene di fantasia iniziano a scrivere letterine, ad aprire le finestrelle del calendario dell’avvento, a fare lavoretti di ogni genere e a disegnare le loro splendide stelle comete giallissime e con la mitica coda a zig-zag. 

D’altronde, nella tradizione cristiana, i re Magi riuscirono ad arrivare alla grotta dove nacque Gesù seguendo proprio la stella cometa. Giusto? Sbagliato!! Mi dispiace togliervi una certezza, e forse anche un po’ di magia, ma la realtà è diversa da quella che noi abbiamo sempre immaginato. Partiamo proprio dal Vangelo e andiamo a leggere insieme cosa narra relativamente a questo evento (Matteo 2,1-12):

“Dov’è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la, sua stella, e siamo venuti per -adorarlo. […] Udite le parole del re [Erode, ndr], essi partirono. Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino”.

Avete letto bene? Matteo scrive: “Ed ecco la stella”, non “ed ecco la stella cometa”. E così è anche altri documenti antichi (protovangeli, codici ecc): tutti raccontano che i Magi seguirono una semplice stella. Ma allora? Che ne è dell’iconografia che rappresenta la scena della natività con una splendida Stella con la coda a illuminare il tutto? Beh, questa nasce parecchio tempo dopo la nascita di Cristo, precisamente agli inizi del 1300, nel 1304.

Stella Cometa disegnata dal mio nipotino Edoardo quando aveva 3 anni

Prima di questo anno, la stella della natività era rappresentata come una semplice stella. Un esempio lo trovate in una delle immagini che corredano l’articolo. Quello che vedete è un mosaico dell’abside della Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma, realizzato da Jacopo Torriti e rappresentante, appunto, la Natività. Concentratevi sulla testa del bambinello e seguite quella sorta di “palo” bianco. Eccola lì, proprio in cima troviamo la famosa stella, senza alcuna coda. Siamo alla fine del 1200. Questo splendido mosaico è solo un esempio ma tutte le opere datate prima del 1304. Finché Giotto non dipinse la Cappella degli Scrovegni a Padova.

Questa gli fu commissionata da Enrico degli Scrovegni, figlio di Rinaldo degli Scrovegni messo da Dante nell’inferno perché usuraio. Enrico comprò l’area di un’antica arena romana di Padova e vi edificò un sontuoso palazzo di cui la Cappella doveva essere oratorio e futuro mausoleo familiare. Giotto si occupò di una serie di affreschi che rappresentano diverse scene della vita di Maria e di Gesù. Tra queste scene c’è l’ “Adorazione dei Magi” che vedete nell’immagine. Scena classica, iconografia classica e, proprio sopra la tettoia di legno, appare la nostra famosa stella ma, stavolta, con una splendida e luccicante coda: per la prima volta, la stella dei magi è stata raffigurata come una Stella Cometa. 

Mosaico di Jacopo Torriti nell’abside della Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma, rappresentante la Natività.

Sì, avete capito bene, per la prima volta. La domanda è: perché proprio in questo affresco? La risposta la troviamo nello stretto legame che da sempre c’è tra arte e astronomia, entrambe capaci di stimolare la meraviglia dell’uomo. Nel 1301, infatti, Giotto rimase ammaliato da un evento astronomico splendido: il passaggio nel cielo della Cometa di Halley, un evento che si ripete una volta ogni 75 anni, pensate. Il pittore rimase talmente affascinato dalla bellezza di questo oggetto, che all’epoca poteva brillare in un cielo straordinario perché non c’era l’inquinamento luminoso che abbiamo oggi, da dover lasciare traccia di cotanta meraviglia. E mentre noi magari avremmo fatto uno schizzo su un foglio, abbastanza indecifrabile, Giotto decise di scrivere, in quel momento, un pezzetto di storia. E disegnò la cometa di Halley in uno degli affreschi della Cappella degli Scrovegni, l’Adorazione dei Magi per l’appunto. Ed ecco che la stella dei Magi si trasformò nella più familiare e tanto amata “Stella Cometa”. Gajardo eh? 

E’ evidente, però, che la coda raffigurata nell’affresco non è proprio come quella che disegnano i nostri bambini. Questo perché Giotto realizzò una coda realistica, così come l’aveva vista nella cometa di Halley. Per capire meglio, vediamo insieme brevemente che cos’è in realtà una cometa. Purtroppo, devo subito partire con un’altra notizia “spazza certezze”: una stella cometa non è affatto una stella. Le stelle sono lontanissime da noi, talmente lontane da sembra immobili nel cielo (anche se non lo sono). Pensate che quella più vicina, Proxima Centauri, dista da noi 38 mila miliardi di km (Plutone ne dista “solo” 6 miliardi circa) e la sua luce impiega ben 4 anni a raggiungerci. 

Quelle che noi chiamiamo stelle comete non sono altro che “sassi” spaziali costituiti da roccia e ghiaccio, provenienti tutti da due zone particolari del nostro sistema solare: la fascia di Kuiper (che si trova a circa 30 volte la distanza Terra-Sole che è di 150 milioni di km) e la Nube di Oort (50000 volte la distanza tra Terra e Sole). Si trovano in queste due zone sin dagli albori del sistema solare, cioè da circa 4 miliardi e mezzo di anni e solitamente se ne stanno tranquille a farsi i fatti loro. Ogni tanto, però, a causa dell’interazione gravitazionale tra questi “sassi”, qualcuno di loro viene deviato in un’altra direzione ed esce dalla sua “zona di comfort” possiamo dire. E spesso si dirige verso di noi.

Man mano che questo sasso cosmico si avvicina al Sole (partendo da centinaia di miliardi di km), il Sole inizia a scaldarlo e il ghiaccio della sua superficie sublima (si trasforma direttamente in vapore senza diventare liquido) circondandolo con una nube sferica, la famosa “chioma” (dal greco “kometes” = dotate di chioma). Una chioma che si vede anche nella cometa di Giotto che, se osservate bene, non ha solo la coda ma sembra proprio essere circondata da questa “coltre” di vapore. Questo “sasso chiomato” continua ad avvicinarsi alla nostra stella e quanto si trova a qualche centinaio di km, più o meno la distanza della nostra Terra o poco più, il Sole non può trattenersi e “soffia” sul nostro sasso col suo vento (costituito da tantissime particelle molto energetiche) trasformando la chioma sferica in una splendida coda. Et voilà. Ecco a voi una “stella cometa”. Dai, alla fine è romantico lo stesso, non pensate?

Resta però una domanda: per quale motivo i Magi hanno seguito una “stella qualsiasi”?

Come spesso succede, la realtà è molto più complessa di quanto pensiamo. Infatti, non siamo assolutamente certi nemmeno che si trattasse di una stella. Lo so, vi sto confondendo ma cerco di spiegarmi. Ci sono moltissimi studi che hanno cercato di capire quale sia stato l’evento astronomico che ha spinto i Magi a intraprendere il loro viaggio verso la Palestina, proprio perché non possono aver seguito una stella a caso. In teoria, non sarebbe nemmeno così difficile capirlo perché tra la conoscenza che abbiamo della fisica come dei moti all’interno del nostro sistema solare e le testimonianze scritte che sono arrivate fino a noi, potremmo ricostruire cosa accadde in quel periodo storico. Ecco, il problema principale è proprio che non conosciamo quale sia questo periodo storico perché non conosciamo la data esatta della nascita di Gesù. Il 25 dicembre è stato scelto dalla tradizione cristiana come data simbolo ma tutto qui. Non siamo neanche sicuri esattamente dell’anno in cui nacque Gesù; sempre la Cristianità ha posto il suo anno di nascita come spartiacque ma non sappiamo dove collocare l’importante anno 0.


Affresco di Giotto appartenente alle “Storie di Gesù” all’interno della Cappella degli Scrovegni a Padova.

Se non conosciamo il periodo, è chiaro che né la fisica né le testimonianze ci sono troppo d’aiuto. Una delle ipotesi più accreditate dagli ultimi studi è che si trattasse non di una stella particolare ma di un evento estremamente raro (1 volta ogni 805 anni): la congiunzione tra Giove e Saturno in corrispondenza della Costellazione dei Pesci. In pratica, i due pianeti appaiono nel cielo vicinissimi (nella realtà distano centinaia di milioni di km) e appaiono vicini quando passano per la costellazione dei pesci. Scientificamente parlando, l’evento non è particolarmente interessante ma nell’astrologia dei popoli del Medio Oriente ha un significato ben preciso (come scoprì Keplero): un grande re (Giove, il re degli dei) che avrebbe portato giustizia (Saturno, simbolo di giustizia) nel mondo stava per nascere nella terra di Mosè (i Pesci sono un segno d’acqua e l’acqua richiama Mosè). Questo significato non sarebbe potuto sfuggire ai tre sapienti magi babilonesi.

Insomma, non solo nessuna stella cometa ma probabilmente nessuna stella ha indicato la strada ai re Magi. Però Giotto, con la meraviglia che riempie il cuore di ogni essere umano, ci ha regalato la bellissima Stella Cometa a cui tutti siamo affezionati. Incredibile come una sola persona abbia cambiato per sempre un pezzetto di storia. Soprattutto pensando che lo ha fatto a causa di un evento che si ripete ogni 75 anni! Chissà, se la cometa di Halley fosse passata anni dopo e nessun artista avesse avuto l’idea di disegnarla da qualche parte, il Natale sarebbe rappresentato da una semplice Stella. Ma la magia non sarebbe cambiata perché ci sarebbero comunque i piccoli spruzzi di gioia che la disegnerebbero con tutta la loro fantasia.

Buon Natale a tutti!

*Martina Cardillo, astrofisica