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Un Viaggio nella Germania dei Monaci Irlandesi

L’Irlanda ha contribuito allo sviluppo economico e culturale della Germania. La città di Monaco celebra il “Monaco” irlandese

Chi avrebbe mai detto che una delle più ricche nazioni d’Europa, qual è la Germania, sarebbe stata aiutata nel suo sviluppo economico e culturale dalla piccola Irlanda?

E’ accaduto molti secoli fa. La Germania non esisteva allora come nazione e il suo territorio era abitato da barbari. Nel V secolo monaci irlandesi, quali St. Wendel – ancora oggi Patrono degli agricoltori e del bestiame; St.  Kilian, martire e Patrono di Würzburg (sec. VII); S. Colombano, il “Santo Patrono di coloro che cercano di costruire un’Europa unita», a detta di Robert Schumann, uno dei padri costituenti dell’Europa; St. Pirmin di Reichenau, la “culla della cultura occidentale” (Sec. VIII); e Marianus Scotus del XII secolo – tutti monaci irlandesi -, hanno contribuito tanto finanziariamente e culturalmente alla nascita e allo sviluppo della grande nazione tedesca.

Regensburg, la città bavarese alla confluenza dei fiumi Danubio, Naab e Regen, a metà strada da Ingolstadt e Monaco, fu un loro centro. Tanti i monaci irlandesi che vi lavoravano. Per erigere un monastero più capiente son dovuti tornare in patria a chiedere fondi al Re di Munster, Conor O’Brien, e ad altri Principi facoltosi, ottenendoli. E il nuovo St. Jacob – una vera università per quei tempi – divenne l’Alma Mater di 12 altri monasteri costruiti anche in Svizzera e Austria -.

Cronache bavaresi di allora hanno dato atto a questo straordinario gesto di generosità con la seguente testimonianza: Che tutti sappiano che nè prima nè da allora c’è stato un monastero uguale a questo – St. Jacob degli “Scotti”, come gli irlandesi venivano chiamati a quel tempo – per la bellezza delle sue torri, il colonnato, le volte, innalzato e completato in così poco tempo, grazie alla generosità di finanze che Re e Principi irlandesi hanno elargito.

I turisti ancora oggi ammirano stupiti il portale della Chiesa di St. Jacob.

Quattro secoli dopo, nella vicina Ingolstadt (78 km), Ignazio di Loyola fondò un suo collegio per arginare l’espandersi del protestantesimo nella Germania del XVI secolo, quasi ad emulare il monastero di St. Jacob e in quel secolo la Baviera, uno stato a Sud-Est della Germania, da dove è provenuto Papa Ratzinger o il benemerito Papa Benedetto XVI, divenne la roccaforte del mondo cattolico oltre le Alpi. La Baviera ci offre altre sorprese. Monaco, sua capitale e terza città della nazione tedesca, non lontana da Regensburg (126 km), è quasi certamnte associata nel suo nome alla figura del monaco. “Munich” o “Munichen”, nell’antica lingua tedesca, indicava la figura del “frate” e questo termine apparve per la prima volta nel 1158, quando i monaci irlandesi erano all’apice della loro fama.

Guardando il palazzo della capitale bavarese si possono osservare due diversi stemmi. Nel più piccolo si vede l’immagine di un monaco che innalza un libro rosso con la mano sinistra, mentre la destra suggerisce un gesto di benedizione.

 Non potrebbe rappresentare questa immagine uno dei tanti monaci irlandesi itineranti che hanno lavorato in questa regione mentre cercavano di raggiungere Roma o la Terra Santa? 

E’ ben noto che quando penetriamo nelle radici della storia europea, troviamo molti Santi irlandesi, ancora venerati oggi da comunità i cui avi, circa 1.400 anni fa, hanno ricevuto cultura e fede da questi pionieri. Berlino sorgerà solo circa tre secoli dopo.

*Enzo Farinella, giornalista