“La tecnica dell’incisione all’acquaforte”
“Acquaforte originale” è quando l’artista crea e di propria mano incide il disegno sulla lastra.
La tecnica dell’acquaforte consiste nell’incisione e morsura su lastra metallica (dimensione e spessore quanto necessario) in zinco, acciaio e rame per grandi tirature, il disegno viene eseguito a mano libera su lastra piana e liscia. Si ricopre la superficie della lastra con cera o asfalto, gomma, inchiostro calcografico oppure affumicato con fuliggine di candela e così incidendo con una punta d’acciaio (bulino) si asporta il sottile strato di inchiostro asciugato e a lavoro accettato la stessa va immersa in un contenitore con acido nitrico oppure cloruro di ferro più adatto per il rame o altro, il quale mordente va ad agisce solo nelle fessure (disegno) già incise. Il tempo a bagno mordente va lasciato in funzione della profondità e spessore che si desidera. Il disegno può essere ritoccata più volte a puntasecca o con ulteriori morsure, dopo una prima prova (prova di stato) fino a raggiungere gli effetti chiaroscurali desiderati.
Per la fase di stampa, la lastra incisa viene inchiostrata a mano per l’imprimitura con appositi inchiostri. Si procede nell’asporto dalla lastra l’eccedenza di inchiostro con l’aiuto di stracci, garze e carta, così che solo la parte incisa resta imbevuta e di conseguenza si accoppia al foglio di carta rapportata alle dimensioni della lastra che viene fatta passare sotto il rullo o rulli di un torchio calcografico a stella e con una forte pressione sulla carta inumidita trasporta l’inchiostro del disegno già intriso. Stesso procedimento per ogni altra singola copia. Lo strofinamento in fase di inchiostratura e lo schiacciamento in fase di stampa fanno perdere alla lastra la purezza e nitidezza del segno, pertanto si consiglia una tiratura massima di 99 copie oltre ad alcune copie di prova di stampa. Infine il disegno su carta risulta a immagine speculare. L’acquaforte così composta va messa ad asciugare in attesa di essere numerata con numeri arabi o romani e firmata dall’autore! Si consiglia la punzonatura sul foglio con timbro a secco da parte dell’autore e dallo stampatore per una più credibile originalità del lavoro stesso. A tiratura/re completata la lastra va lavata con benzina o acquaragia e la si ripone come matrice, e alla fine del lavoro la lastra verrà biffata.
Biffare – Nell’arte della stampa, col termine “biffare” (dal francese biffer, “cancellare”) si indica l’azione del segnare, con un solco trasversale o con segno ad X un a lastra incisa, così da renderla inutilizzabile dopo la tiratura del numero di esemplari stabiliti dall’artista. Naturalmente il procedimento è assai più complesso di quanto non sembri e ogni artista ha i suoi particolari segreti, a partire dagli strumenti di incisione fino all’elaborazione dei colori di stampa.
Cenni storici
L’acquaforte è una tecnica incisoria, nata nel ‘400, nel Medioevo era utilizzato per incidere fregi e decorazioni. Il termine deriva da “acqua-fortis” che è il nome latino dell’acido nitrico. Tra i primi a servirsi di questa tecnica furono l’orafo basilese Urs Graf, autore della prima stampa datata (1513), e A. Dürer, che incise sei lastre in ferro tra cui il Cannone (1518), ma fu il Parmigianino a intuirne le possibilità e a perfezionarne la tecnica. Diffusasi rapidamente in tutta Europa, l’acquaforte originale, che occorre distinguere da quella di riproduzione iniziata presso la scuola di Raffaello da Marcantonio Raimondi per tradurre le opere del maestro, soppiantò la xilografia e in parte il bulino e raggiunse il suo apogeo con Rembrandt.
Calcografia: Termine con il quale si indicano tutte le tecniche incisorie in cavo (bulino, puntasecca, punzone, acquaforte, acquatinta e i procedimenti maniera nera e vernice molle) che in fase di stampa necessitano del torchio calcografico.
*Bruno Di Pietro, pittore, scultore