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“L’enigma Bergoglio” di Massimo Franco e l’enciclica “Frateli tutti” di Papa Francesco

In questi giorni è appena uscito un libro di Massimo Franco, dal titolo “L’enigma Bergoglio” in cui presenta il personaggio e i tentativi di papa Francesco di rinnovare la Chiesa. L’autore, Massimo Franco, editorialista del “Corriere della Sera”, esperto di problematiche religiose, oltre che ottimo giornalista e storico perfetto, è anche amico essendo stato a Sulmona, una intera giornata, visitando insieme Scanno e la Valle del Sagittario, per raccontare la storia di Calogero e di Carlo Azeglio Ciampi, scrivendone un bel servizio su “Panorama”. Con Massimo Franco abbiamo continuato l’amicizia di allora anche se lui ha proseguito gli studi e le ricerche in particolare sul Vaticano, pubblicando “Il Vaticano secondo Francesco” (2014), “Imperi paralleli, Vaticano e Usa, Due secoli di alleanza e conflitto” (2015) e ultimamente il bestseller “C’era una volta Andreotti” (2019).

L’analisi su papa Bergoglio si focalizza sul termine “enigma”, parola-chiave nel periodo della seconda guerra mondiale, perché era la macchina creata dai tedeschi per inviare messaggi segreti. Come risposta fu  creata dagli alleati la macchina chiamata “Ultra Secret” che decifrava i messaggi. Per questo, dopo la guerra, Eisenhower, lodò “il contributo veramente decisivo” dato da Ultra secret (cfr. Frederick Winterbotham, ULTRA SECRET, Mursia 1994, un libro accuratissimo, scritto dal capo del servizio spionaggio aeronautico britannico).

Il libro di Massimo Franco è stato pubblicato dalle edizioni Solferino di Milano a settembre 2020, l’enciclica di papa Francesco, “Fratelli tutti” è stata firmata il 3 0ttobre 2020, vigilia della festa di S. Francesco d’Assisi, sulla tomba del Santo. Sembra evidente che Massimo non sia riuscito a leggerla, perché avrebbe eliminato dal titolo il termine “enigma”, assolutamente inapplicabile al personaggio.

Con questa enciclica, la terza del suo pontificato, Bergoglio presenta una analisi straordinaria ed efficace della realtà contemporanea a livello mondiale. Lui stesso dichiara che non si tratta di una analisi esaustiva, ma gli argomenti e le tematiche affrontate sono chiare ed esposte con sincerità assoluta. Non si allontana dal messaggio evangelico, ma lo propone con una forza che induce alla riflessione e alla condivisione. Il tentativo di papa Bergoglio, espresso nella enciclica “Fratelli tutti”, dopo il Concilio Vaticano II, è l’esperimento più rispondente alle domande della società odierna.

Con la figura-simbolo di San Francesco d’Assisi, papa Bergoglio riesce a delineare un cristianesimo universale, aperto ad ogni religione, coinvolgendo anche gli imam islamici, come San Francesco che era andato personalmente in quelle terre.  Un Cristianesimo che si identifica con Umanesimo. Non per nulla il messaggio di Cristo non è per una chiesa particolare, ma per l’umanità.

Il messaggio cristiano è messaggio di amore totale, ed è su questa linea che l’enciclica si sofferma a richiamare l’umanità alla fratellanza. Un linguaggio assolutamente sincero, senza riserve e senza enigmi di sorta. Anche alla luce del momento particolare che stiamo vivendo con la presenza del coronavirus.

Lo sforzo di rinnovare la Chiesa Cattolica era cominciato, esattamente 1’11 ottobre 1962, l’inizio del Concilio Vaticano II. Il papa, Giovanni XXIII, quella sera si era affacciato dalla finestra e pronunciato parole semplici e spontanee che hanno fatto il giro del mondo: «Tornando a casa, troverete i bambini; date loro una carezza e dite: questa è la carezza del papa.  Troverete qualche lacrima da asciugare. Abbiate per gli afflitti una parola di conforto. Sappiano gli afflitti che il papa è con i suoi figli specialmente nelle ore di mestizia e di amarezza».

I lavori del Concilio continueranno con Paolo VI e i documenti conciliari offriranno una nuova immagine della Chiesa: Popolo di Dio. Un rinnovamento che non sempre ha visto la Chiesa rinnovarsi all’interno. Soprattutto ai vertici, tanto che si è parlato di “tradimento del Concilio”.  E’ rimasta una Chiesa troppo legata alle strutture di tipo statale (Stato Città del Vaticano). Il Potere non è diventato collegiale, l’Autorità non è diventata servizio. 

Oggi, il libro di Massimo Franco, anche se precedente di poco all’enciclica presenta una analisi descrittiva minuziosa con riferimenti precisi e personali. Un quadro disperante se si arrivasse allo scontro tra i due papi. Con l’arrivo del Coronavirus, la situazione in Vaticano e nella Chiesa è assolutamente ingovernabile, con decisioni e contro decisioni. La casa Santa Marta, inizialmente ritenuta povera abitazione di Francesco, è diventata “Corte parallela”, per dirla con Massimo Franco, che, a suo dire, insieme al direttore del “Corriere della Sera” hanno incontrato i due papi e numerosi interlocutori in Vaticano. Papa Francesco, proveniente dall’America Latina, ha tentato di realizzare un suo progetto di grandi aperture verso l’umanità povera e bisognosa. Ma con la presenza di Benedetto XVI e le posizioni conservatrici di vari cardinali, il progetto non ha trovato consensi. Ora, con la sua terza enciclica “Fratelli tutti” cerca di rivolgersi all’umanità intera per creare quello spirito di fratellanza, necessario all’umanità di oggi. Soprattutto alla luce del Coronavirus, che non è una condanna divina, ma un elemento di riflessione sulla vita.

Il caso del card. Angelo Becciu, invitato dal papa ad abbandonare il suo ruolo, è significativo d’un rinnovamento mai avvenuto, anzi un affarismo finanziario trasferito perfino a Londra. Il problema della pedofilia nella chiesa smascherato dai libri di Pittet, “La pedofilia nella Chiesa” con la prefazione di papa Francesco, e del giornalista francese Frédéric Martel, “Sodoma” costituiscono un panorama disastroso della Chiesa.

Per il rinnovamento della Chiesa resta una sola soluzione: estinguersi come istituzione.  La chiesa deve chiudersi e diventare movimento religioso-sociale, alla cui base deve dominare la libertà di fede e di scelta come fondamento. Per un totale rinnovamento della Chiesa-Istituzione, ci sono stati vari progetti, analizzato da vari giuristi, sociologi, intellettuali, e in particolare dallo storico Paolo Prodi, fratello dell’ex-presidente del Consiglio Italiano, Romano, nel saggio “Il sacramento del potere”. Un lavoro approfondito, accolto da numerose personalità laiche e cattoliche, ripreso nell’ultimo saggio scritto con Massimo Cacciari “Occidente senza utopie”. Un obiettivo per la realizzazione d’una società “oltre-umana”, fatta di veri santi non canonizzati dalla Chiesa-istituzione. Sarebbe la ri-nascita di una Chiesa-Mondo, quella genuina di Cristo, mediante le seguenti riforme:
– la soppressione dello Stato Città del Vaticano;
– l’eliminazione della Segreteria di Stato;
– l’abolizione delle  Congregazioni pontificie e delle nunziature apostoliche;
– le diocesi “ricondotte” a comunità autogestite;
– l’elezione dei vescovi e parroci dai rappresentanti delle comunità locali;
– l’abolizione dei seminari;

– l’abolizione dei Concordati;

– ecc. ecc. 

Tornare alla formula delle prime comunità cristiane (Atti capp. 2-3) dovrebbe essere il programma pastorale. Se la Chiesa, secondo l’immagine di Cristo, deve essere come il lievito nella massa, il lievito è destinato a scomparire, ad essere invisibile, quando è integrato pienamente nella massa, modificandone la sostanza. Con una Chiesa-lievito il Mondo-massa avrebbe il sapore del pane appena sfornato. Un pane fraternamente condiviso tra tutti gli uomini.

*Mario Setta, giornalista