“La diversità fa la differenza” – un impegno concreto per la valorizzazione delle diversità in azienda.
L’inclusione e la valorizzazione della diversità sono argomenti sempre più centrali nel tessuto sociale che ci circonda e, di conseguenza, in quel microcosmo che è l’azienda. La diversità, di età, di genere, di competenze, di credo, di inclinazioni è tra i fattori contingenti che caratterizzano l’economia nazionale e non solo. L’attuale composizione della società, impone alle aziende, ad esempio, una efficiente gestione del tema dell’aging, sia a causa dell’allungamento dell’età lavorativa e dell’aumento dell’anzianità media della forza lavoro, sia per l’ingresso delle nuove generazioni, i nativi digitali, e la loro convivenza con le generazioni precedenti. Altrettando dicasi per la natura sempre più multietnica del nostro contesto, la diversificazione sempre più accentuata delle competenze e così via. Un’azienda che punti alla creazione di valore non può prescindere da una politica di gestione che veda nella diversità una risorsa strategica. Questi concetti diventano cruciali nel settore delle utilities, realtà in cui la responsabilità sociale rientra nella mission aziendale e ne costituisce uno dei principi fondanti. E’ proprio su queste basi, che la Società che presiedo, assieme ad altre in tutta Italia, e alla federazione Utilitalia che ci rappresenta a livello nazionale, ha intrapreso un percorso entusiasmante quanto impegnativo: l’evoluzione verso l’eccellenza nella valorizzazione della diversità. La prima tappa di questo percorso è stata la sottoscrizione, il 19 novembre scorso, del Patto Utilitalia “La diversità fa la differenza”, del quale siamo stati tra i primi firmatari, e a cui abbiamo lavorato con convinzione assieme alle altre Società aderenti. Quattro le parole chiave di questo percorso: Performance, Commitment, Sostenibilità, Concretezza.
PERFORMANCE: il contesto in cui ci muoviamo vede il cittadino sempre più esigente in termini di qualità del servizio, e, dunque, il servizio pubblico non può prescindere da performance aziendali ottimali; ci troviamo di fronte ad un cambio di paradigma per i servizi pubblici, che guardano ad un nuovo modo di operare, in grado di accrescerne le prestazioni a favore della collettività. Inoltre, sono molte le indagini condotte a livello globale che ci mostrano una correlazione tra produttività e inclusione; in questo senso, ad esempio, quella condotta da McKinsey & Company riporta che il 43% delle 1.000 aziende mondiali intervistate ha aumentato i profitti grazie all’inclusione e alla valorizzazione delle differenze di genere, età, abilità e cultura, mentre, in senso opposto, una carenza in tal senso, nel 29% dei casi, ha messo a rischio la crescita economica dell’azienda, rispetto alla media di settore. Il diversity management è, dunque, una leva, al pari delle altre a disposizione del top management, in grado di generare valore e influire sulle prestazioni aziendali.
COMMITMENT: se in molte realtà multinazionali o private questi temi sono già parte integrante del dna aziendale, nei casi di aziende di matrice pubblica, con una tradizione radicata sul territorio, questo percorso rappresenta una sfida da affrontare con grande energia, e il commitment che origina dal board aziendale è una condizione necessaria per il successo.
SOSTENIBILITÀ SOCIALE E TERRITORIO: le utilities hanno per propria natura una vocazione territoriale e sociale, in tale ottica adottare politiche di inclusione e diversity management, risponde anche all’esigenza di avvicinarsi al proprio stakeholder principale, la comunità locale.
CONCRETEZZA: il settore del servizio pubblico è spesso caratterizzato da risorse molto limitate a fronte di problematiche importanti da gestire. Tenuto conto di ciò, sin dal principio, il Consiglio di Amministrazione che presiedo ha dato precise indicazioni in termini di concretezza e fattibilità degli impegni da prendere, consapevoli che non c’è necessità di arricchire le fila dei numerosi patti, accordi e protocolli, che quotidianamente vengono presentati, ma è fondamentale, invece, questo sì, creare una nuova consapevolezza nei nostri territori. Il Patto che abbiamo sottoscritto non solo ha una forte connotazione pragmatica, ma prevede una ulteriore declinazione di dettaglio, una sorta di guida applicativa, che traccia le singole azioni che un’organizzazione deve mettere in pratica per misurarsi sul campo del diversity management. Possiamo, dunque, dirlo con convinzione: il cambiamento è già in atto.
*Michele Lauriola, Presidente del Consiglio di Amministrazione Acqualatina SpA